CARTA GEOGRAFICA DA INSERIRE
Zara entra quindi a far parte della Repubblica socialista federativa di Jugoslavia. Un perdurare di incomprensioni e di insoddisfazioni caratterizzano i rapporti italo-jugoslavi fino agli Settanta quando, sull’onda degli accordi di Helsinki, i due Stati danno il via a progetti tesi a incrementare la cooperazione economica e migliorare le relazioni. In tal senso, pesca, turismo e scambi culturali offrono un notevole contributo alla distensione. Molti di coloro che erano partiti, i loro figli, i loro nipoti tornano a rivedere Zara, il cui volto è naturalmente mutato dopo le distruzioni belliche. La locale comunità degli italiani, ridotta dopo l’esodo a poche decine di persone, riprende con grande impegno a dar vita ad incontri culturali con presentazioni di libri, conferenze, interviste, rassegne cinematografiche, attività che subiscono una nuova interruzione con la guerra degli anni Novanta, quando la città viene accerchiata e bombardata. Zara, ora nella nuova Repubblica di Croazia, ancora una volta risorge e i contatti culturali tornano ad essere la spina dorsale di iniziative di collaborazione nel campo degli studi storici, letterari, artistici, economici, segni del rinnovato interesse per quella osmosi culturale mai venuta meno che ha caratterizzato il mondo adriatico, a testimonianza della interdipendenza di quanti hanno vissuto sulle due sponde. L’Homo Adriaticus – definizione cara al prof. Sante Graciotti, presidente della Società Dalmata di Storia patria dal 1990 al 2008 – è il perno intorno al quale si è mossa la Società Dalmata di Storia Patria, il cui impegno è stato rivolto a dar vita a sempre più forti rapporti con la città di Zara e le sue istituzioni culturali.