CARTA GEOGRAFICA DA INSERIRE

Con la pace di Parigi del 1814, l’impero asburgico rientra in possesso del litorale adriatico da Venezia all’Albania, riconosciuto a pieno dal congresso di Vienna di cui mantiene saldo il controllo dell’Adriatico fino alla prima guerra mondiale. Viene istituita l’i.r. Presidenza governativa facente capo al Governatore civile e militare della Dalmazia (fino al 1852) con sede a Zara e viene inizialmente lasciata la divisione territoriale francese. Alla Dalmazia viene assegnato lo status di regno, segno di una regione considerata territorialmente unitaria, seppure non omogenea. L’italiano viene imposto dall’amministrazione austriaca nella vita pubblica e nell’insegnamento. Lingua già dominante nelle città della costa e delle isole si affianca a quello slavo-illirica del contado e dell’interno. Nella primavera del 1848, l’insurrezione di Venezia e la proclamazione della repubblica, avvenuta il 22 marzo, risveglia per un attimo in molti dalmati la nostalgia per il mondo di San Marco. Le vittorie riportate dagli Asburgo nella prima guerra d’Indipendenza,  la riconquista del Veneto riducono le forze veneziane allo stremo e le costringono alla resa. È la fine dell’illusione di ridare vita all’antica Repubblica di San Marco. Sono le riforme introdotte dal governo di Vienna all’indomani della sconfitta subita nel 1866 nella guerra austro-prusso-italiana (terza guerra d’indipendenza) a portare alla trasformazione dell’impero asburgico in duplice monarchia, alla istituzione di Diete provinciali e alla riorganizzazione del territorio avviando un processo che dà il via a un  cambiamento nei secolari rapporti di convivenza tra le diverse componenti etniche, Il processo di affermazione della propria identità, iniziato in tutta Europa all’indomani della rivoluzione francese, ha determinato una presa di coscienza anche in coloro che abitano i territori dalmati. Gli slavi presenti nelle città costiere si assimilano con coloro che giungono dall’interno riducendo via via la possibilità di coltivare appartenenze plurime. Fin dalle prime elezioni per la Dieta dalmata pertanto che si fronteggiano due partiti: gli autonomisti, espressione dell’elemento italiano o italofono, favorevoli a una Dalmazia autonoma che mantenga la propria fisionomia culturale e la propria vocazione economica proiettata verso l’Adriatico, ed annessionisti riuniti intorno al partito della Narodna Stranka, sostenitori di una unione della regione alla Croazia. La politica di Vienna, che timorosa di un possibile fenomeno di attrazione da parte del regno sabaudo sui suoi sudditi italiani favorisce ora l’introduzione delle lingue slave nell’amministrazione, nelle scuole, nei giornali, rende ancora più difficili i rapporti, ma ottiene una veloce disfatta del partito della componente italiana con la conseguenza che tra Ottocento e Novecento l’autonomismo lascia il passo a progetti di unione al regno d’Italia.

Allo scoppio della prima guerra mondiale, vedono dopo un periodo di neutralità, l’Italia entra in guerra dalla parte dell’Intesa. Gli accordi raggiunti con il patto di Londra le assicurano, in caso di vittoria, il possesso dell’Istria e della Dalmazia settentrionale.