CARTA GEOGRAFICA DA INSERIRE
Alla dissoluzione dell’Austria-Ungheria segue la nascita di nuovi stati tra cui il Regno dei Serbi Croati Sloveni le cui aspirazioni confliggono con quelle italiane contenute negli accordi del patto di Londra. Le già difficili trattative di pace precipitano con la marcia su Fiume di Gabriele D’Annunzio e dei suoi legionari, la costituzione di una Reggenza del Carnaro e la proclamazione dell’annessione della città di san Vito al regno d’Italia. Alla crisi di portata internazionale pone fine la firma del trattato di Rapallo del 12 novembre 1920 che riconosce all’Italia l’Istria, Cherso, Lussino, Zara e Lagosta. Dalle città della costa un tempo veneziane inizia un consistente esodo di italiani che raggiungono Zara e soprattutto il territorio del regno. Solo il 27 gennaio 1924 il trattato di Roma chiude il contenzioso italo-jugoslavo riconoscendo Fiume all’Italia.
Zara annessa all’Italia può contare su un territorio mutilato, comprendente, di quello che era il suo comune censuario, solo i centri di Borgo Erizzo, Boccagnazzo, Cerno; restano esclusi ben 13 villaggi e due isole. La città resta così separata non solo dalla regione della quale è stata per secoli la capitale amministrativa, oltre che vivace centro culturale, ma anche da quella parte del suo naturale retroterra dal quale dipende per la sua sopravvivenza. La linea di confine che le corre a ridosso, quasi a soffocarla, la separa dal neo costituito Regno dei Serbi, Croati e Sloveni (SHS) che non ha rinunciato a rivendicare il possesso della città nella certezza che essa non possa sopravvivere senza il suo hinterland. L’istituzione di un porto franco reca sollievo all’economia zaratina che vede svilupparsi attività manifatturiere ed industriali. Le attività culturali, gli studi letterari, le ricerche storiche ricevono un grande impulso e nel 1926 viene fondata la Società Dalmata di Storia Patria.
Con l’invasione della Jugoslavia del 6 aprile del 1941 l’intero Adriatico, ad eccezione del litorale riconosciuto allo Stato Indipendente di Croazia, rientra sotto il controllo italiano. Viene costituito il governatorato della Dalmazia una divisione amministrativa del regno d'Italia al fine di traghettare il territorio verso la piena integrazione nel regno, introducendovi progressivamente la legislazione nazionale in luogo di quella previgente. Il capoluogo amministrativo è Zara. Tre le province: Zara con Sebenico, le isole antistanti; la provincia di Spalato con Traù le isole della Solta (tranne Brazza) Lissa, Curzola, Lagosta, Cazza, Pelagosa, Meleda. Infine la provincia di Cattaro con Perasto, Castelnuovo e più a sud l’isola si Saseno di fronte alle coste dell’Albania. Caduto Mussolini, il governo Badoglio il 19 agosto scioglie il governatorato della Dalmazia. All’indomani dell’armistizio dell’8 settembre la parte italiana della Dalmazia viene occupata dall’esercito tedesco ed annessa allo Stato indipendente di Croazia. Cattaro diviene un governatorato militare tedesco. A Zara viene mantenuta la sovranità e l'amministrazione civile italiana nei confini precedenti all’aprile 1941 Il 2 novembre 1943 il prefetto Vincenzo Sorrentino viene nominato capo della provincia dal governo della Repubblica Sociale Iitaliana. Il 2 novembre 1943 Zara viene bombardata per la prima volta dagli anglo-americani sino all’ottobre successivo gli attacchi aerei sulla città sono complessivamente cinquantaquattro e provocano circa 2000 morti. Lo sfollamento della popolazione dalla città quasi totalmente distrutta è senza ritorno. I pochi italiani rimasti in città fuggono anch’essi dopo l’entrata delle forze titine a novembre 1944. Il trattato di Parigi del 1947 che assegna la città dalmata un tempo veneziana alla Jugoslavia trasforma lo sfollamento in un esodo definitivo.