FOTOGRAFIE DELLA MOSTRA E DI OPERE DA INSERIRE
La mostra si è tenuta a Roma, nella Casina delle Civette del parco di Villa Torlonia, con la cura scientifica di Irene Castelli con Vincenzo Fasolo e Valentina Liberti.
Vincenzo Fasolo aveva aderito alla Società ricostituita a Roma nel 1961 e ne era divenuto presidente fino alla morte nel 1969. Laureatosi in ingegneria civile nel 1909, si era diplomato professore di disegno architettonico presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, titolo cui tenne in particolar modo tutta la vita. Fu tra i fondatori della Facoltà di Architettura di Roma, la prima in Italia, di cui fu preside dal 1954 al 1960. Fece parte anche dell’Accademia dei Virtuosi del Pantheon.
Accompagnò alla sua attività di architetto, la passione per la pittura e il disegno, come mostra la selezione delle opere proposte, splendidi e eleganti disegni che, oltre ad evidenziare l’abilità grafica dell’autore, colgono alcune tematiche di grande interesse che gli furono proprie nel corso della sua lunga carriera. Particolare attenzione meritano i rapporti affettivi e professionali di Fasolo con la sua terra natia. Era nato a Spalato nel 1885; nel 1900 la famiglia si era spostata a Roma. Alla sua terra era rimasto profondamente legato e ad essa dedicò alcune delle sue opere più sentite: il palazzo degli italiani di Spalato (1925), il palazzo del Comune a Zara progettato nel 1929 e la sistemazione della piazza dei Signori (1935-1937) nella quale si inserisce il progetto, non realizzato, del Palazzo della Posta. Realizzato in bugnato in pietra liscia di Curzola che per alcuni ricorda il palazzo della Cancelleria a Roma, il palazzo del Comune di Zara raggiunge nella torre del Podestà – come scrivono gli architetti Fasolo e Castelli – «il momento architettonico più interessante per l’articolazione delle masse e per i bassorilievi che le adornano, l’inquadramento del portale nel motivo architettonico dell’arco di trionfo ricordato dai quattro pilastri aggettanti su cui poggi la balconata sembrano rimandare all’articolazione della Loggia Sanmichieli».
La mostra è stata inserita in un contesto legato all’attività di Fasolo, che alla ristrutturazione della Casina delle Civette aveva lavorato; in quegli splendidi ambienti si è snodato il percorso della mostra, una mostra nella mostra che ha permesso ai visitatori di seguire, attraverso epoche e luoghi, opere e progetti l’attività di Vincenzo Fasolo, ammirarne studi, schizzi, disegni di mobili e di oggetto di arredo, acquarelli. Una ricostruzione dell’uomo, dell’architetto, dell’artista solidamente fondata sui materiali d’archivio cortesemente messi a disposizione dalla famiglia Fasolo.